Non sono una fan del cosiddetto ton sur ton. Molte volte lo si sceglie per paura del colore. Si percepisce la rigidità dell’abbinamento fatto per la paura di uscire dagli schemi. Faccio sempre un paragone con i cori: due voci senza sintonia possono stonare. Un coro di 40 persone che canta i Carmina Burana è favoloso. Per i colori è lo stesso. Due colori possono non dialogare tra loro, mentre un numero maggiore può creare armonia. Il segreto è che appartengano tutti alla stessa palette.
Altra regola fondamentale è quella degli incroci. Il cuscino non si abbina al divano ma alla parete, la poltroncina non si abbina al sofà ma ai cuscini del sofà, il copriletto non si abbina al letto ma alla carta da parati e così via. Evitiamo di abbinare maniacalmente tutto insieme. I richiami devono essere distanti all’interno di un ambiente, in modo da essere percepiti senza cadere nel meccanismo degli schemi.
Ci sono colori che per natura sono più riposanti. Negli ambienti dedicati al relax si predilige il blu o i suoi fratelli, verde ecc. Storicamente, i colori più energici come il rosso si usano in cucina, palette usata anche nei loghi dei brand di cibo perché legata alla stimolazione del metabolismo.
Vivo molto la cucina. La trovo un ambiente tipicamente di casa, meno impostato. Mi fa sorridere perché mi ricorda i tempi del liceo, quando ci facevo i compiti. Mi sento molto a mio agio anche negli ambienti di servizio, come il bagno. Mi aiutano a rilassarmi.
Partite dai colori neutri per poi aggiungere accenti di personalità, anche semplicemente con gli accessori. Non pensate subito a un complemento importante come il divano. Sperimentate con piccoli tocchi colorati facilmente sostituibili o spostabili.